Questa domenica ci confronteremo, non con un episodio evangelico, ma con una parabola. Essa suppone una visione del mondo che noi chiamiamo “verticale”, cioè un mondo visto come un insieme, composto da una parte superiore identificata con il cielo, da una parte mediana, identificata con la terra e da una parte inferiore identificata con il regno dei morti. All’interno di questa visione verticale del mondo, i passaggi da una zona all’altra – possiamo dire da un emisfero all’altro – sono molto liberi.
In questo schema cosmologico c’è un movimento continuo dall’alto in basso e il punto in cui la parte superiore e la parte inferiore si incontrano, sembra identificarsi proprio con la parte mediana, che noi chiamiamo “terra dei viventi”. Tenere presente questo mondo culturale mentre leggeremo insieme questa parabola è molto importante.
Il contesto culturale moderno con la nuova visione dell’universo, non ci permette più di vedere il mondo distribuito lungo quest’asse perpendicolare di cielo, terra e abisso.
Siamo piuttosto portati a vedere un mondo in continua espansione, in continuo movimento, verso un al di là delle frontiere che abbiamo conosciuto dando per scontato che queste frontiere arretreranno sempre all’infinito, ma mano che sono raggiunte da noi.
