All’interno del gruppo dei discepoli di Gesù Cristo la Pentecoste inizia a perdere il significato ebraico per assumere invece un senso più specifico, legato alla discesa dello Spirito Santo.
In questo senso, viene inteso come la nuova legge donata da Dio ai suoi fedeli e che segna la nascita della Chiesa a partire dalla comunità di Gerusalemme.
Secondo quanto raccontato negli Atti 2,1-11, in occasione della festa di Pentecoste, mentre i discepoli di Gesù si trovavano tutti nello stesso luogo, sentirono un forte rumore e un vento impetuoso che invase la casa in cui si trovavano. I discepoli videro qualcosa che assomigliava a lingue di fuoco che si separavano e andavano a poggiarsi sul capo di ciascuno di loro. Tutti i presenti furono invasi dallo Spirito Santo e iniziarono a parlare in altre lingue prima di allora sconosciute.
A seguire, lo Spirito Santo è disceso poi sugli stranieri non circoncisi che si trovavano nella dimora del centurione Cornelio e ascoltavano il Verbo, prima di essere battezzati nel nome di Dio.
Nel discorso tenuto nella casa di Cornelio, Pietro afferma che Gesù Cristo è il mediatore della pace e del perdono che ci sono stati rivelati durante la sua missione terrena.
Solamente dopo la sua resurrezione, si rivela anche in quanto giudice naturale e universale.
Proprio come il giudizio del Signore, anche la mediazione di pace e perdono è per tutti.
Mentre Pietro pronunciava queste parole, lo Spirito Santo discese su tutti quelli che ascoltavano la Parola, donandosi sia agli stranieri che iniziarono a parlare della Gloria di Dio, e sia agli Ebrei convertiti che riuscivano a comprendere le loro lingue.
