La fede non va in vacanza (1)

Ricordo benissimo che alla vigilia delle vacanze estive, quanto terminata la sessione degli esami di giugno si concludeva la vita comunitaria in seminario, il rettore raccomandava sempre a noi seminaristi che anche fuori dai ritmi della vita in seminario non potevamo mancare ai nostri doveri della preghiera e della meditazione personale.
“Gesù non va in vacanza”, ci diceva per ribadire che ogni momento della vita, in qualsiasi situazione ci trovavamo, la vita spirituale rimane sempre. Mi è rimasta sempre nella mente questa raccomandazione, e lo slogan “Gesù non va in vacanza”, come espressione l’ho avvertita stimolante per mantenere viva la mia vita cristiana.
Il riposo ha un valore fondamentale proprio dal punto di vista divino.
La Bibbia stessa ci racconta come Dio stesso al settimo giorno della creazione si riposa.
Gesù vede i suoi discepoli stanchi e allora li invita a riposare, perché ama i suoi discepoli.
Gesù non va in vacanza, quindi continua ad insegnarci e testimoniarci (nel suo Vangelo) che il vero tempo ben speso della vita non sarà mai quello del guadagno fine a sé stesso, ma il tempo che ci ha portato a crescere nell’amore per noi stessi e per il prossimo, il tempo speso per la riconciliazione e la pace, il tempo nel quale ci prendiamo cura gli uni degli altri. Se diventiamo schiavi del lavoro e facciamo diventare schiavi del lavoro gli altri, se ci dimentichiamo del bene del prossimo e alla fine anche del nostro vero bene, allora si che abbiamo mandato in vacanza Gesù dal nostro cuore, e allora si che il riposo, quello vero del cuore, è finito.