Commemorazione di tutti i defunti (2)

L’essenziale è questo: piegarsi su quel mistero che è la partecipazione alla vita di Dio, attraverso l’alleanza in Cristo Gesù, nel suo Spirito. Si tratta di un mistero, e quindi non possiamo offrire una definizione o una prova, ma siamo in grado, nonostante tutto, di balbettare sempre qualcosa per far percepire la grandezza di ciò che avviene. La nostra vita viene strappata all’anonimato, a una solitudine angosciosa, e ci sentiamo (e siamo veramente) «figli di Dio». Che cosa significa questo concretamente nella vita quotidiana?
Quale dignità, quale novità comporta? Quali esigenze richiede questa condizione, segnata dalla vicinanza di Dio, dalla sua presenza in noi? Nell’affrontare questo tema si dovrebbe sfuggire a due tentazioni: una sicurezza invadente, e per certi aspetti offensiva; e un atteggiamento spiritualistico che perde di vista i concreti problemi quotidiani. Non si dimentichi che «fin d’ora siamo figli di Dio», ma che questa nostra condizione verrà manifestata solo al tempo del compimento: si sia quindi saggi, pensosi e attenti davanti al mistero. E nello stesso tempo si cerchi di offrire alcune tracce, o anche semplici indizi, di un modo nuovo di vivere, nel segno della fiducia, della benevolenza, della limpidezza, della fraternità, che rendono evidenti l’amore per Dio e per i fratelli.

L’annuncio della vita eterna diventa «Vangelo» per tutti coloro che sono disposti a riporre in Dio la loro fiducia, a seguire la sua Parola, a lanciarsi nell’avventura del Regno. I discepoli di Gesù non sono affatto esenti da insuccessi talora brucianti, da fallimenti, da sofferenze. Essi devono spesso fare i conti con la loro fragilità, con la debolezza, con il peccato. Quanto essi vivono quaggiù, però, è già l’inizio di una adesione a Dio che diverrà definitiva e si manifesterà compiutamente dopo la morte.
Tutto ciò che di nobile e di grande attraversa la vita di un credente, non è destinato ad essere perduto.
Al contrario, ogni gesto e ogni parola di tenerezza e di misericordia, di cordialità e di fraternità, di giustizia e di onestà concorre a far crescere in noi quella vita che Dio ci ha donato e ci porta verso una realizzazione piena. La prospettiva della vita eterna rianima tutti coloro che rischiano di lasciarsi afferrare dal dubbio e dalla sfiducia, o di cedere alla stanchezza e alla durezza del cammino.