3 domenica di Pasqua

L’esperienza pasquale dei due discepoli di Emmaus (Vangelo della 3 domenica di Pasqua) è scandita su tappe evidenti, simili al cammino spirituale di molte persone. L’evangelista ha costruito tutto il suo racconto attorno all’immagine del cammino: un cammino di andata e un cammino di ritorno. Un cammino che allontana da Gerusalemme (con sentimenti di delusione, tristezza, isolamento…)
e un cammino di ritorno (con occhi aperti, cuore ardente, passo svelto, gioia per portare una ‘bella notizia’…). Si tratta di un’esperienza esemplare, emblematica.  In realtà la strada di Emmaus è il cammino di ogni cristiano, di ogni persona. Il testo di Luca indica anche una chiara metodologia
missionaria e catechetica, in cui si riscontrano le tappe del metodo pastorale: vedere, giudicare,
agire, celebrare…

  1. L’esperienza parte da una realtà di delusione e di fallimento: i due discepoli, incapaci come gli altri di trovare un senso ai fatti avvenuti in quella pasqua, si isolano allontanandosi dal gruppo, hanno il volto triste, “noi speravamo… sono passati tre giorni”.
  2. Il cambio di scenario si produce con l’avvento di un viandante, che risulta essere ignaro dei fatti del giorno. I due accettano di condividere il viaggio con lui e lo ascoltano. Entrano così in una tappa di illuminazione sugli avvenimenti, fatta da Gesù stesso, che spiega loro “in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui.
  3. Ora sono pronti per la celebrazione e la contemplazione: il cuore dei due discepoli arde; 
    pregano assieme il Risorto: “Resta con noi”; sono a tavola, assieme; Gesù compie il gesto rituale di prendere il pane, recita la benedizione, lo spezza e lo dà; si aprono i loro occhi e lo riconoscono.
  4. E finalmente arriva il momento di agire, l’ora della missione: partono senza indugio di ritorno a Gerusalemme, come per un imperativo che nasce dall’incontro con Gesù. Si ricongiungono alla comunità degli altri discepoli e si comunicano le rispettive esperienze con il Risorto. Ormai i discepoli sono certi che Cristo è risorto e ne sono tutti testimoni, come proclama coraggiosamente Pietro sulla piazza di Gerusalemme la mattina di Pentecoste.