Nei Vangeli, in Luca in particolare, emerge chiaramente il fatto che Gesù dedicava molto tempo alla preghiera. Questa sua dedizione ha dapprima incuriosito i discepoli, poi li ha profondamente colpiti, infine li ha travolti. Hanno scoperto che Gesù traeva la sua forza interiore, la sua compassione, la sua gioia nel rapporto costante, personale, intimo con Dio nella preghiera costante.
Che bisogno aveva Gesù di pregare? Nessuno, se la preghiera è l’elenco quotidiano dei nostri bisogni cui Dio deve sopperire. Ma se, invece, la preghiera è entrare in profonda comunione con lui, immergersi nella realtà spirituale che tutto avvolge e riempie, spalancare lo sguardo interiore assumendo la prospettiva dell’Eterno, allora Gesù è maestro di preghiera. Anzi: il Maestro di preghiera.
Gesù prega nei momenti cruciali della sua missione: durante il Battesimo, ricordandoci che i gesti della fede vanno anzitutto celebrati nell’interiorità; nel momento della Trasfigurazione, perché la preghiera ci conduce alla bellezza di Dio; prima della croce, perché la preghiera ci aiuta a sostenere la sofferenza.
Prega nei momenti salienti del suo ministero: prima di chiamare i Dodici, per ricordarci che la Chiesa nasce e vive nella preghiera; prima della confessione di Pietro e per sostenerlo nella prova, perché Gesù si fida e prega per noi.
Il rapporto col Padre è rapporto di fiducia: Gesù ringrazia il Padre che sempre lo ascolta prima della risurrezione di Lazzaro, certo di essere esaudito. La preghiera, per lui, è anche occasione di riconoscere con grande gioia l’opera del Padre verso i semplici e gli umili, primi ad accogliere l’annuncio del Regno. La preghiera dopo l’Ultima Cena, che riporta Giovanni, è una specie di grande sintesi: Gesù porta tutta la sua vita, la sua missione, le persone che ama nella sua preghiera. E porta anche noi, anche me.
Gesù ci svela il volto del Padre: è a lui che rivolgiamo la preghiera. Pregare con Gesù, pregare il Padre e Dio di Gesù, significa anzitutto credere che gli stiamo a cuore, che esiste una logica nel suo agire, nel pieno rispetto della nostra libertà, che Dio si occupa di me. Noi chiediamo al Padre ed egli invia lo Spirito. Perché alla luce dello Spirito possiamo vedere, nella nostra vita, in che modo Dio ascolta le nostre richieste.
La preghiera è un colloquio intimo e comunitario, uno scambio di opinioni, una reciproca intesa. La preghiera è fatta di ascolto di Dio, di intercessione.